Gli scatti di William Vivarelli nelle Valli Bolognesi
Cuculus canorus
Schivo, solitario, difficile da osservare e soprattutto grande approfittatore dell’ingenuità altrui. Stiamo parlando del Cuculo (Cuculus canorus) un uccello appartenente alla famiglia dei Cuculidi, molto conosciuto non solo perché ha ispirato la suoneria dei famosi orologi a cucù, con le suonerie che riproducono il suo canto “cu-coo“, ma perché è una specie cosiddetta parassita. Migratore (sverna in Africa tropicale) torna in Europa tra marzo e maggio per riprodursi e lo fa attraverso una sorta d’inganno, una strategia chiamata “parassitismo di cova”, perché sfrutta altri uccelli per allevare la propria prole. La femmina di cuculo depone, infatti, un proprio uovo nel nido di altre specie (soprattutto passeriformi) che a loro insaputa diventeranno “genitori adottivi” di un pulcino che non appartiene alla loro covata.
Il nido dove deporre l’uovo, la femmina di cuculo non lo sceglie a caso, ma in base alla somiglianza delle proprie uova con quelle delle specie cosiddette parassitate. Una volta individuato il nido giusto, la femmina di cuculo approfitta della momentanea assenza dei “padroni di casa” e con un tempismo perfetto depone il suo uovo, sostituendolo con un’altro della covata.
Il pulcino di cuculo è quasi sempre il primo a nascere e quando è ancora cieco spinge fuori dal nido, aiutandosi con la schiena, le altre uova o gli eventuali pulcini già presenti. In questo modo diventa l’unico superstite del nido, spingendo così i genitori adottivi ad allevarlo come se fosse il frutto della propria covata.