ALLODOLA

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Obiettivo Appennino – Gli scatti di William Vivarelli

L’allodola (Alauda arvensis) è lunga circa 18-20 centimetri e presenta un’apertura alare di 30-36 centimetri. La colorazione del piumaggio è bruno-rossastra con striature scure sulla porzione superiore; le parti inferiori sono biancastre con il petto color fulvo e striature brune. In generale, le piume degli esemplari giovani sono più chiare. Come negli altri uccelli appartenenti alla famiglia degli Alaudidi, l’unghia del dito posteriore è molto lunga. Quando l’allodola è agitata le piume del capo si ergono formando una sorta di cresta. L’allodola emette una gamma molto ampia di suoni caratterizzati da toni particolarmente acuti. Predilige i prati, sia quelli naturali sia quelli originati da pratiche agricole o pastorali, e si nutre principalmente di insetti e di sostanze vegetali. Nel periodo riproduttivo mantiene un comportamento piuttosto solitario e territoriale. I due partner sono estremamente fedeli, si tratta infatti di una specie monogama. Durante il volo nuziale, che consiste in lenti giri ad elevate altezze per poi ridiscendere lentamente a terra, l’allodola emette un caratteristico canto. La femmina costruisce il nido sul terreno, in prossimità di ciuffi d’erba, e il maschio l’aiuta nella creazione di una piccola cavità che funge da base. In Italia è stazionaria ed in parte erratica durante l’inverno. Le popolazioni del nord Europa sono di passo in ottobre-novembre ed in marzo-aprile.

Articolo pubblicato su Nelle Valli Bolognesi dell‘estate 2011. Tutte le foto sono state scattate tra la Bassa e l’Appennino bolognese. Questa rubrica è pubblicata grazie alla collaborazione con il Gruppo Studi Savena Setta Sambro e la disponibilità dell’autore.

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