Segnalato in italia dal 2012, Halyomorpha halys è un parassita occasionale della soia e di altre colture in particolare nei peschi. Si stima che nel 2019 abbia provocato almeno 700 milioni di euro di danni. Si combatte con la “vespa samurai”
di Ciro Gardi
Segnalata per la prima volta in Italia nel 2012, ma presente in Europa già a partire dal 2004, ecco un altro insetto che proviene dall’Estremo Oriente (Cina, Corea, Giappone).
La Cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto appartenente all’ordine dei Rincoti (o Emitteri) e alla famiglia dei Pentatomidi, che nell’area di origine è considerato un parassita occasionale della soia e di alcune colture frutticole e orticole. Introdotto accidentalmente negli Stati Uniti, dove è stato rinvenuto per la prima volta in Pensylvania nel 1998, si diffonde poi nelle aree frutticole della costa orientale e nel 2008 vengono evidenziati i primi danni alla frutta.
In Europa viene segnalato per la prima volta in Liechtenstein, e successivamente nel 2007 in Svizzera, nel 2011 in Germania e nel 2012 in Italia e Francia. È presente attualmente, con una distribuzione limitata, in molti paesi d’Europa, ma è in Italia che si è diffuso particolarmente a partire dal primo focolaio segnalato in provincia di Modena, espandendosi nella nostra regione e colonizzando poi tutte le aree agricole, ed in particolare quelle frutticole, del paese.
BIOLOGIA
Gli adulti sono lunghi circa 1,7 centimetri e hanno la caratteristica forma a scudo comune anche in altre cimici. Possono essere confusi con le cimici nostrane, in particolare con Rhaphigaster nebulosa, dalla quale si distinguono per la forma del capo, per macchie biancastre sul dorso e sul bordo delle emielitre e per la forma delle antenne (Figura 1). In Italia sono presenti altre 100 specie di Pentatomidi, alcune delle quali utili in agricoltura in quanto predatrici di insetti dannosi.
La cimice asiatica al contrario provoca importanti danni in agricoltura: è una specie polifaga, che conta oltre 300 specie ospiti. Un delle piante maggiormente attrattive per questo insetto è il pesco, ma danni rilevanti sono segnalati anche sulle principali colture da frutto, sulla vite e su molte colture orticole (pomodoro, melanzana, peperone).
Il danno è provocato dalla saliva iniettata nelle punture dall’insetto, che provoca alterazioni morfologiche ed istologiche: le punture sui giovani frutti ne causano la deformazione, mentre le punture sui frutti già formati, determinano alterazioni dei tessuti (macchie brune), che si manifestano dopo la raccolta del prodotto.
Le femmine cominciano a deporre le uova tra la metà e la fine di maggio. Le uova vengono deposte sulla pagina inferiore delle foglie, a gruppi di 28 uova; ogni femmina può deporre tra le 9 e le 16 volte, ad intervalli di 4-5 giorni, per un totale che può raggiungere le 500 uova. Gli adulti iniziano ad essere attivi con temperature superiori ai 17 ° C, e in Italia compiono generalmente due generazioni all’anno. Sono piuttosto mobili, riuscendo a spostarsi di 2 Km circa nelle 24 ore, e fino a 50 Km complessivamente.
LA LOTTA BIOLOGICA
I danni causati dalla cimice asiatica all’agricoltura sono stati stimati in oltre 700 milioni per il 2019. Si è cercato di correre ai ripari utilizzando le diverse “armi” potenzialmente a disposizione, da quelle chimiche, ai metodi fisici agli agenti biologici. La lotta chimica, basata sugli insetticidi, si è rivelata piuttosto inefficace, oltre a presentare tutti gli effetti collaterali che ben conosciamo, dagli impatti sugli ecosistemi e sugli organismi potenzialmente utili, ai possibili residui nella frutta. L’uso delle trappole a feromoni, per la cattura massale degli insetti, ha dato buoni risultati nel periodo autunnale, ma scarsi nel periodo primaverile-estivo. Un metodo fisico abbastanza efficace consiste nell’utilizzare reti anti-insetto a protezione dell’intero frutteto.
Il metodo decisamente più promettente ed efficace, una volta a regime, è quello della lotta biologica, basato sull’uso di un nemico naturale della cimice, la “vespa samurai”. Il nome non deve far temere, poiché si tratta di un piccolissimo imenottero, pericoloso solo per le uova della cimice asiatica. Sebbene questo antagonista (Trissolcus japonicus), sia anch’esso esotico ed originario della stessa area della cimice asiatica, non è stato necessario introdurlo poiché era già giunto nel nostro territorio con gli stessi mezzi utilizzati dalla gran parte degli organismi alieni: il commercio internazionale. La vespa samurai deposita il proprio uovo all’interno delle uova della cimice asiatica, impedendo la nascita dell’insetto nocivo. Pur essendo presente sul nostro territorio, è necessario incrementarne il numero in modo da favorire un riequilibrio ecologico ed un contenimento delle popolazioni della cimice in tempi brevi. Lo scorso anno sono stati liberate 65.000 minuscole, ma efficaci, vespe samurai, precedentemente moltiplicate nei laboratori e nelle biofabbriche.
- ORGANISMI ALIENI
- Questa rubrica si propone di fornire una rassegna delle principali specie esotiche invasive (o specie aliene), dei nostri territori. Siamo partiti da alcuni dei principali parassiti delle piante, ma la rassegna proseguirà includendo anche piante ed animali invasivi. In relazione ai parassiti delle piante ci siamo limitati alla descrizione di alcuni insetti, di dimensioni cospicue o i cui effetti (vespa cinese) siano osservabili ad occhio nudo. Tra i parassiti esotici delle piante vi sono infatti molti altri insetti, acari, funghi, battteri e virus le cui dimensioni non ne rendono possibile l’osservazione ad occhio nudo, e sono stati quindi esclusi da questa rubrica in quanto la loro osservazione ed il loro studio esula generalmente dall’ambito naturalistico amatoriale.