La rarissima Barlia robertiana

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A Monzuno segnalato un ritrovamento di una specie dio orchidea non ancora segnalata sul nostro territorio

testo di Umberto Fusini
foto di Loris Fusini

Parliamo di orchidee, in questo caso di orchidee spontanee, cioè quelle che crescono liberamente nei nostri territori.  Anche se non possono competere in bellezza con quelle dei paesi esotici tropicali che abitualmente ci fanno vedere in TV, le nostre hanno comunque le carte in regola per ben figurare nelle guide floristiche botaniche. Anzi, in questi ultimi decenni le orchidee selvatiche hanno raggiunto un notevole gradimento da parte degli amanti della natura e della botanica a livello amatoriale: persone che mai avevano guardato i nostri fiori, quando hanno sentito parlare di orchidee, dopo lo stupore iniziale, hanno iniziato a andare in giro a cercarle. E non è cosa da poco.
Sono all’incirca 200 specie in Italia, di cui almeno 82 nella nostra regione, e c’è una continua rincorsa a cercare specie non ancora elencate. È un po’ come nel libro – romanzo, racconto, storia – di Tyler Whittle I cacciatori di piante, in cui coraggiosi botanici, ma anche avventurieri senza scrupoli e qualche rarissima donna dotata di grande coraggio e di una buona dose di pazzia, andavano vagando anche in mondi sconosciuti in cerca di riconoscimenti botanici ancora ignoti. E molti non hanno trovato la fama, ma la morte. Qui da noi, in regione o in provincia, al massimo ti può capitare di forare una gomma o di rimanere impantanato in qualche rivolo traditore, ma altri pericoli non ce ne sono e questo ci spinge a continuare la ricerca dell’ultima orchidea…
Grande merito di questo interesse va dato alla Regione Emilia-Romagna che pubblicò, nell’ormai lontano 1985, il catalogo guida Le orchidee spontanee dell’Emilia-Romagna (edizioni Grafis) che inizialmente passò quasi inosservato ma che, chissà come e perché, colò tempo divenne molto ricercato e difficilissimo da trovare. E che finì, nella maggioranza dei casi, in mano a chi non se ne faceva niente. Questa pubblicazione, di formato quadrato di 148 pagine, curata da Alessandro Alessandrini con disegni di Antonio Busetto, illustra molto della vita delle orchidee, ne dà una classificazione esauriente e, parte molto interessante, descrive come si riproducono, come si mantengono e occupano i loro spazi. Va comunque tenuto sempre presente che sono piante pioniere: se, dove sono appena arrivate, hanno trovato le condizioni ideali per fiorire dopo lunghi decenni, significa anche che quando le caratteristiche di base del territorio cambieranno, loro dovranno per forza migrare. Ma non voglio ripetere cose che si trovano scritte da altre parti e soprattutto da botanici di valore.
Informo invece che è avvenuto il ritrovamento di una specie, l’orchidea “Barlia robertiana”, allora non segnalata come presente in regione perché non ancora trovata. Tuttavia nel volume Orchidee spontanee dell’Emilia Romagna, sottotitolato Guida fotografica al riconoscimento, edito nel 2000 dalla Calderini Edagricole, gli autori E. De Martino, G. Marconi, N. Centurione, relativamente distribuzione in Regione della Barlia robertiana, riportavano: Note due sole stazioni nel Reggiano e nel Parmense. Ne consegue che in provincia di Bologna la Barlia robertiana, fino alla data del 2000 non era ancora stata censita. Certo dal 2000 a oggi sono passati parecchi anni, come d’altronde dal 1985 (prima pubblicazione della Regione E-R), e forse qualcuno l’avrà pure vista, non sappiamo bene, e magari verranno subito segnalate altre stazioni di questa robusta e appariscente orchidea. Noi però possiamo dire con certezza che la Barlia robertiana – un colosso fra le nostre orchidee, può infatti arrivare a 70 cm di altezza e con “tronco” robusto) – è presente nel territorio bolognese e più precisamente nel comune di Monzuno, nella proprietà del signor Angelo Gamberini, casa Giardino. E non con un solo esemplare, ma con almeno 5 individui in stupenda salute: insomma una bella stazione.
A volte veramente si può ben dire che se Maometto non va alla montagna, è la montagna che va a Maometto, perché di questa orchidea, ricercata da molti, si sapeva che era presente poco oltre il confine con la Toscana, quindi anche qui doveva esserci, ma… Fintanto che durante un’uscita di trekking leggero, mio fratello con alcuni amici individuò questa… orchidea, di cui non sapevano quale fosse la specie, ma che sicuramente non avevano mai visto. Da lì poi, con la collaborazione di altri appassionati, ci si arrivò in fondo. Insomma fu un lavoro di squadra che diede i suoi frutti.
Ma non è finita. Ora che anche noi nel bolognese abbiamo la Barlia robertiana, manco a farla apposta le hanno cambiato nome, l’hanno inserita nel genere Himantoglossum, specie robertianum, per cui in futuro la dovremo chiamare, scientificamente parlando, Himantoglossum robertianum: così ha stabilito per ora il mondo scientifico. Perciò uno dei due botanici francesi che la classificarono in origine – il primo Gianbattista Barla (1817-1896) per il genere – viene messo nel dimenticatoio e il secondo – G.N. Robert (1776-1857) per lo specifico – viene aggiornato in robertianum.
La “caccia” alle orchidee selvatiche continuerà e molto probabilmente l’elenco delle specie presenti nella nostra Regione aumenterà ancora. Auguriamoci quindi che con la ricerca prenda sempre più piede la consapevolezza della ricchezza del territorio, la sua complessità e anche la fragilità, che ne consentono la varietà ricca e mutabile, spesso in tempi brevi, e i danni eventuali, riparabili solo in tempi lunghissimi, quando possibile.

NB: Altri ritrovamenti sono stati fatti nel bolognese, ad esempio in Val d’Aneva a 500 mt s.l.m.

Sul WEB si possono vedere foto molto belle, fra le quali quelle di Gianni Bonini.

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