Dal laghetto del Cavone allo Scaffaiolo e ritorno passando dalla Croce
di Valentina Fioresi | AppenninoSlow
Il Corno alle Scale (1945 mslm) è la cima più alta dell’Appennino Bolognese, situata nel comune di Lizzano in Belvedere. Tutta la zona, all’interno dell’omonimo Parco regionale, è un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’escursionismo e della bicicletta. Oggi vi proponiamo un percorso ad anello per raggiungere la vetta del Corno, dove non è raro incontrare o sentir fischiare le marmotte e durante i periodi di fioritura orchidee e genziane colorano i crinali più elevati.
L’itinerario parte dal laghetto del Cavone, zona strategica sia per trovare parcheggio che per rifocillarsi. Il Cavone offre scorci meravigliosi sia per apprezzare la flora estiva che il foliage autunnale; in inverno a volte è possibile ammirarlo ghiacciato e circondato dalla neve.
Da qui si inizia a salire, seguendo le indicazioni e la segnaletica del sentiero CAI 335 fino alla Valle del Silenzio. Questo è uno dei luoghi più suggestivi dell’intero comprensorio: in mezzo scorre un piccolo corso d’acqua (il Rio Piano) che delimita da un lato gli ultimi alberi del bosco e dall’altro i “canalini” del Corno, formazioni rocciose che ricoprono parte della parete montuosa. Qui si trova una flora che è già in parte alpina, come la primula orecchia d’orso e la genziana di Koch.
A questo punto si può scegliere come raggiungere la cima del Corno alle Scale: il percorso più semplice prevede di seguire il sentiero CAI 335 verso il passo della Porticciola, mentre il sentiero per escursionisti esperti è il 129, che si arrampica verso la vetta lungo il crinale per i Balzi dell’Ora (non si tratta di un percorso attrezzato, ma è comunque necessario avere una buona esperienza di trekking per percorrere questo tratto).
Una volta raggiunta la croce è d’obbligo prendersi qualche minuto per ammirare il paesaggio circostante che, nelle giornate più limpide, regala panorami incredibili che raggiungono il mare (a volte è possibile scorgere l’Isola d’Elba) e le Alpi. Seguendo poi il sentiero 00 (la GEA, Grande Escursione Appenninica) si arriva al lago Scaffaiolo, un piccolo lago ad alta quota che ricorda molto gli specchi d’acqua alpini. Secondo una leggenda se si lancia un sasso nelle sue acque si scatenerà una tempesta: vi sconsigliamo di provare per non rovinare l’escursione. Dopo una sosta ristoratrice sulle rive dello Scaffaiolo si può riprendere il cammino verso la fine del trekking, concludendo l’anello tornando al Cavone tramite il sentiero CAI 329.